Confine

Il confine tra il bene ed il male è uno degli argomenti più dibattuti di sempre. Il punto è: come camminare in quel sentiero riuscendo a non cadere e soprattutto, quando accade di scivolare, renderci conto che siamo a terra e stiamo strisciando? E’ talmente sottile quella linea che rasenta il subdolo, esile come una biscia. Capita che ci accadano cose che desideriamo così tanto che il cuore esulta al solo pensiero di ottenerle. Il nostro bene sembra fatto. Ma forse, le parole chiave, sono proprio queste :”nostro” “mio” “sembra”. In verità ,c’è sempre un’altra faccia della medaglia. Quel “io” “mio” ci rendono totalmente ciechi alla verità. E’ palese per chi guarda dal di fuori, ma non per noi che “desideriamo”. Quella parolina fatata “io” ci limita così tanto la visione che ci crediamo davvero, non riusciamo ad avere occhi quando possiamo avere, quando ci regalano… basta soltanto allungare la mano e prendere , a volte non serve neanche, ci cade proprio addosso come dono dal cielo . Ecco, in quel momento, forse, dovremmo fermarci un attimo e cercare di guardare oltre: perchè la legge alchemica è inesorabile: per una cosa che prendi una cosa devi dare. E allora, sei veramente certo che quel dono lo vuoi ?

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copriti le spalle

Si dice sempre che ci sabotiamo da soli. E’ vero.Iniziamo presto a farlo e non ne siamo mai consci fino in fondo. Il perchè probabilmente risiede nello sforzo immane che ci è richiesto per costruirci nella verità, smontando un pezzo alla volta tutte quelle coartazioni che ci addossiamo crescendo. Ci proteggono dai nostri genitori ; dagli altri; da quelli che credono di fare il nostro bene; dalle convenzioni sociali e ideali di un mondo bloccato a replicare se stesso, senza spazio per le splendide diversità che ci separano gli uni dagli altri . Da quelli che non ci amano perchè non incarniamo la loro idea di “giusto”. Dalla paura di non essere accettati fino al più sotterraneo dei nostri complessi meccanismi di espressione ;dei nostri geni di follia ,che vorrebbero banchettare in libertà; dei nostri DNA modificati . Così ingaggiamo una guerra dove cerchiamo di non fare prigionieri, perchè in realtà vogliamo uccidere a sangue freddo quello di noi che non corrisponde all’immagine pubblica dominante. Quindi è così, noi ci boicottiamo continuamente, siamo per noi stessi quello che un carceriere della peggior specie è per chi ha commesso un delitto . E’ banale, sicuramente, ma corrisponde a verità. Il nemico, pronto a non farci brillare, è sempre dietro-dentro di noi, ha il nostro volto e la voce della moltitudine. Io, da oggi, mi sa che mi copro le spalle.

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Purgatorio

“Saper cadere è la virtù dei forti voler cadere quella dei perdenti” Daz Jay – Purgatorio

Io non lo so se conoscete questo ragazzo , ma vi prego, andatelo a cercare e soprattutto ascoltatelo, perché in una frase , semplice, diretta, spoglia da ogni orpello e costruzione barocca, ha sputato una verità, amara e tagliente, l’ha raccontata a quelli della sua generazione, ma era diretta a noi, gli adulti , quelli che si sentono tanto superiori da giudicarli , additarli e guardarli con la spocchiosità di cui soltanto i perdenti sono capaci. Noi che alziamo il sopracciglio guardando il loro mondo ,che chiamiamo “vuoti” i loro occhi tristi e pieni di una profondità sublime, che forse abbiamo avuto anche noi, o forse no, ma adesso è comunque un ricordo lontano. Noi che non riconosciamo la loro sfida al mondo e alla sua tirannia . Pensiamo che ci provochino con il loro modo di essere, di vestirsi , di fare musica diversa dalla nostra … ma non è così , se ci sfidassero probabilmente ci sarebbe ancora qualcosa da salvare in noi, ci concederebbero “l’onore delle armi”. E invece no, perchè nei loro occhi ancora limpidi e puri , nei loro cuori tormentati che si spezzano di continuo mentre sbirciano intorno e vedono lo scempio che abbiamo provocato, c’è soltanto l’amarezza ed il dispiacere di sentirsi guardati senza essere visti… ancora e ancora… Nei loro silenzi urlati si può ascoltare la verità: noi scegliamo di cadere , azione dopo azione, pensiero dopo pensiero, sentimento dopo sentimento. Noi , quelli che volevano salvare il mondo e invece lo hanno fatto a pezzi. Noi, i perdenti, quelli che hanno deciso di schiantarsi a terra e che ostinatamente si rifiutano di vedere le loro grandi ali.

Dedicato a Duzz ed a tutti i ragazzi del Pino, anche a quelli che non ci sono più

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Luce

Einstein scrisse: “quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci sia dato vivere.E’ l’emozione fondamentale situata al centro della vera arte e della vera scienza.Da questo punto di vista chi sa e non prova meraviglia, chi non si stupisce più di niente è simile a un morto, a una candela che non fa più luce”

E mi fa paura un mondo pieno di queste candele che non fanno luce, perché sembra sia lì che stiamo andando, in una terra senza Dio dove niente sia più considerato mistero, dove si vuole dare spiegazione ad ogni cosa e tutti si arrogano la presunzione di conoscere la verità. Dove ognuno vive secondo le proprie leggi in un moderno far-west dove vince il più forte ed il più furbo manipola le menti. Ma chi è il grande manipolatore per eccellenza?lo sappiamo tutti e sembra che la guerra sia ormai in corso ed è rimasta soltanto una cosa certa ormai e cioè che non si può essere certi di niente.

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It’s about you

In America si dice “it’s about”cioè “riguarda” “è a proposito di”. Quello che succede riguarda sempre qualcosa per noi, è personale. Ci può regalare la speranza, salendo un gradino alla volta, di avvicinare uno dei nostri migliori mondi immaginabili. Siamo su Malkuth, sulla terra, quindi quel miraggio diventa reale soltanto attraverso una messa in atto . Facendo fronte e modificando situazioni concrete, a volte al limite. Si potrà sempre salire quella scala. Certo è arduo ed estenuante, come potrebbe non esserlo? A volte sembra di avere una pistola puntata dritta in faccia ,ma possiamo spostare la canna. Ma come ci si inerpica? Solo le discese sono semplici , basta buttarsi sulla cosa che ci riesce più comoda e l’attrito non c’è. Il problema è salire: cavolo che fatica! E’ necessario scegliere l’azione più difficile, quella che provoca l’urto maggiore, che per attitudine non vorremmo intraprendere: ma, se lo facciamo, la vista, ad ogni piccolo passo , diventa sempre più limpida. Tutto ciò che succede nella tua vita it’s about you, al tuo coraggio ed alla tua personale guerra, ed una cosa è certa: al di là di quel muro, di quella canna, il panorama è meraviglioso.

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Vendimi l’anima

Quand’è che si vende l’anima?

E’ necessaria l’intenzione? oppure è l’azione che conta a prescindere dal proposito di partenza?

Potrebbe succedere che , anche non volendo provocare danno alcuno, lo facciamo perché siamo stati costretti a scegliere il male minore, ma su che base un male è definito “minore”? , sulla base di chi colpisce? In questo caso potrei scegliere di farlo perché considero il danno a me stesso come “maggiore”. Quindi, alla fine, basta una bugia detta per proteggersi e oplà! il gioco è fatto…. mi sono venduto. Basta così poco? …..in realtà non è poco, è solo l’inizio, perché superato quel limite la prima volta, ci sembrerà che è stato semplice e che tutto si è risolto con un nonnulla, ma questo è solo l’inizio: ricordate il famoso granello che rotolando diventa una slavina? è proprio quello che succede: una menzogna tira l’altra, ad una manipolazione segue la successiva, ma dirò di più, a volte non è neanche necessario mentire, basta omettere, basta stare fermi, non fare, non dire, non prendere posizione.. non difendere ….. è così facile perdere se stessi che non ci accorgiamo neanche di quante volte lo facciamo  ogni giorno.

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respira

Perché vuoi essere perfetta?Arranchi al buio perché gli altri non vedano le tue”falle”, le tue cadute di stile, i tuoi difetti . Quando “scappucci”, per mantenere quella patina aurea e splendente, non chiedi mai scusa, ma ti arrampichi sugli specchi e scivoli. Perchè se non chiedi scusa, non hai sbagliato e ciò che hai fatto, semplicemente non è “male”. Però fai attenzione, perché tutto questo si trasforma in mala fede. Funziona così: quando parte una scintilla non si riesce più a fermare l’incendio. E poi, in fondo, che bisogno hai di tutta questa apparente esemplarità? a cosa ti serve ? dove ti porta? Forse dovresti soltanto arrenderti all’incanto dei tuoi difetti. Perciò fermati un attimo, prendi un bel respiro, entra nella stanza e … non essere impeccabile

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il giuramento del cavaliere

“Non abbiate timore innanzi ai vostri nemici, siate impavidi e retti così che Dio possa amarvi. Dite il vero… anche se vi conduce alla morte. Salvaguardate gli indifesi, è il vostro giuramento. “… e poi continuava così: “sorga un cavaliere”

… ed abbiamo bisogno di questo, di sentirci coraggiosi ed arditi tanto da avere la forza di combattere e di essere di nuovo disposti a morire; forse non su un campo di battaglia, ma sulla strada malandata delle nostre convinzioni più profonde. Sui buchi neri delle nostre cieche visioni.Sugli strapiombi delle nostre finte libertà. Abbiamo bisogno di difendere. Difendere chi si lascia annullare.Difendere il futuro dei nostri pensieri felici. Difendere l’umanità che si sgretola dietro la facciata dell’indifferenza a tutto.Liberiamoci del nostro egoismo e della nostra noncuranza , invece che rinnovarli ogni giorno ,pensando così di proteggerci .Ogni nostro respiro sta diventando più flebile e stanco. Abbiamo necessità di un nuovo giuramento ,tanto potente quanto fuori moda, per poterci alzare ogni mattina e camminare eretti verso un mondo nuovo, che sia all’altezza di tutto il bello sopito che ancora c’è in questo. E se per farlo dovessimo fare un passo indietro da noi stessi?

“Mi sveglierò ogni mattina con un’oncia di coraggio in più, sarò presente a me stesso e a ciò che accade e non lo lascerò al caso. Proteggerò chi ne ha bisogno: senza paura di compromettere la mia vita. Non mi lascerò sopraffare dai miei nemici.Dirò la verità , anche se questo potrà annientarmi. Sarò onesto e retto per potermi amare ancora . Riconoscerò la bellezza sotto qualsiasi forma mi si presenterà.” Questo sarà il giuramento….sorgano i nuovi cavalieri .

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specchio

Mi sono voltata di scatto ed ho visto chiaramente che c’era una donna accanto a me, le fattezze erano le stesse, ma aveva i capelli più lunghi, lo sguardo più brillante ed un piglio che emanava una sicurezza molto maggiore della mia. Io l’ho guardata in tralice ed ho sentito una forte rabbia verso di lei ,perché l’ho riconosciuta subito : era la donna che avrei voluto essere. Più la guardavo più mi rendevo conto che quasi conoscevo più lei che me .Sapevo esattamente quello che pensava, il modo in cui affrontava la vita, quello che faceva per vivere e come viveva. Sapevo quello che mangiava e come sceglieva i suoi vestiti, ma soprattutto sapevo quali erano le sue motivazioni e che erano forti e radicate. Sapevo a quali compromessi non sarebbe mai scesa ed a quali principi sarebbe sempre stata fedele. Non ho retto a quella visione, un pitone arrotolato nel ventre mi diceva che una delle due doveva soccombere e quella non potevo essere io. Per questo motivo l’ho uccisa e , nel momento stesso in cui l’ho fatto, ho percepito la verità più assurda ed amara che possa mai essere concepita : esattamente nell’attimo in cui lei è morta, il suo fantasma si è attaccato a me e mi ha intrappolata come una pianta carnivora e da quel giorno, ogni giorno, tenta di inghiottirmi per tornare a vivere.

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la notte oscura

Fu San Giovanni della Croce a coniare l’espressione “la notte oscura dell’anima” ed a renderla popolare con una delle sue poesie .Tra le storie antiche c’è n’è una che racconta di un uomo ingoiato da un enorme pesce. Dio chiamò Giona chiedendogli di spiegare agli abitanti di Ninive che il loro stile di vita stava provocando la sua rabbia, ma Giona cercò di sfuggire quella richiesta imbarcandosi su una nave diretta a Tarsis. Una notte, durante il viaggio, ci fu una terribile tempesta ed i marinai, avendo saputo che Giona cercava di sfuggire alle richieste di Dio, lo gettarono in mare, sperando così di salvarsi.Un grande pesce lo ingoiò, tenendolo nel ventre per tre notti e tre giorni per poi rigettarlo nella terraferma. Allora Dio chiamò di nuovo Giona e questa volta lui rispose alle sue richieste. Nelle nostri notti oscure, spesso la sensazione è quella di trovarci in mare aperto e faticare per poter restare a galla e respirare , ma il mare è la potenza vitale e sentirci affogare ci costringe ad arrenderci a qualcosa, anche ad una delle nostre fievoli intuizioni, all’abbandono dell’ego, che soccombe sempre al giudizio , e far venire a galla il nostro sé originario , tutto il “mare” delle nostre possibilità, la nostra essenza più profonda. Giona si arrese alla volontà di Dio.Soltanto attraverso la notte oscura abbiamo la possibilità di diventare noi stessi, di avvicinarci a ciò che siamo destinati ad essere… in realtà, non restiamo fermi in balia dell’oceano nel ventre della balena, durante la notte oscura ,noi, iniziamo il nostro viaggio.

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