TELEUTE

Teleute è l’ultimo nome che la vita pronuncia. Non urla, non graffia, non annuncia il suo arrivo. Si siede sul bordo del letto, sul ciglio della strada o sul marciapiede …in una mattina qualunque , accarezza i capelli a chi parte e lascia un profumo che nessuno saprà mai descrivere. E’ la soglia, il sospiro che si perde. E’ il silenzio che segue la nota più alta.

Arriva sempre, anche se nessuno la invita. Non bussa, non chiama, non prende appuntamento. Entra nei silenzi, nei respiri trattenuti, negli sguardi persi oltre la finestra. La chiamano fine, ma é solamente un passaggio. E’ un attraversamento, un punto di sutura tra quello che è stato e ciò che non sarà più.

Teleute è il respiro che non torna, la tazzina rovesciata sul letto, il corpo che si svuota con grazia…come un vestito lasciato su una sedia. E’ l’arte segreta del congedo, il momento esatto in cui qualcosa smette di appartenere a questo mondo.

Teleute passa e non lascia orme, ma chi la incrocia non sarà mai più lo stesso, perchè non è nella sua mano che stringe, ma nello spazio vuoto che apre.

Teleute poi si allontana, con un silenzio che fa tremare i muri portando con se anche l’ultima parola che non hai potuto dire. Ma non porta via tutto: lascia qualcosa, sempre, una traccia minuscola, un’eco, un punto di luce nell’ombra che ci ricorda che anche la fine ha una sua forma di bellezza.

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Pubblicato da LaMalaQuercia

Storie di cuore e di terra

2 pensieri riguardo “TELEUTE

  1. Noi del 118 la vediamo sempre, e non la temiamo più, è una nostra avversaria, ma si rispettano gli avversari nelle competizioni.
    Ma lei non è sportiva, perche alla fine vince sempre.
    Chi è credente e ama i suoi genitori, non la teme, perche’ lei è come Caronte alla fine ci riporterà dai nostri cari.

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