L’UMILTA’ DEL SEME

Non grida il seme. Non chiede applausi, non si mostra.

Si piega. Si affida. Scompare. Accetta il buio come casa, la terra come grembo, il tempo come maestro. Non sa quando spunterà, non sa quando vedrà la luce . Ma fa lo stesso. Rinuncia a ciò che è , per diventare ciò che può essere. E’ questa la sua forza: non trattenere la forma, ma cedere alla trasformazione.

Nel silenzio della terra, tra i lombrichi e la decomposizione, il seme non si ribella. Non accelera.Non si lamenta. Respira in segreto, mentre il mondo là fuori continua a correre.

Solo chi si piega così, solo chi accetta di non sapere, solo chi si lascia seppellire può diventare albero, ombra, frutto, rifugio.

Non è debolezza è il coraggio antico di chi sa che per vivere pienamente bisogna prima morire un po’.

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Pubblicato da LaMalaQuercia

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