la notte oscura

Fu San Giovanni della Croce a coniare l’espressione “la notte oscura dell’anima” ed a renderla popolare con una delle sue poesie .Tra le storie antiche c’è n’è una che racconta di un uomo ingoiato da un enorme pesce. Dio chiamò Giona chiedendogli di spiegare agli abitanti di Ninive che il loro stile di vita stava provocando la sua rabbia, ma Giona cercò di sfuggire quella richiesta imbarcandosi su una nave diretta a Tarsis. Una notte, durante il viaggio, ci fu una terribile tempesta ed i marinai, avendo saputo che Giona cercava di sfuggire alle richieste di Dio, lo gettarono in mare, sperando così di salvarsi.Un grande pesce lo ingoiò, tenendolo nel ventre per tre notti e tre giorni per poi rigettarlo nella terraferma. Allora Dio chiamò di nuovo Giona e questa volta lui rispose alle sue richieste. Nelle nostri notti oscure, spesso la sensazione è quella di trovarci in mare aperto e faticare per poter restare a galla e respirare , ma il mare è la potenza vitale e sentirci affogare ci costringe ad arrenderci a qualcosa, anche ad una delle nostre fievoli intuizioni, all’abbandono dell’ego, che soccombe sempre al giudizio , e far venire a galla il nostro sé originario , tutto il “mare” delle nostre possibilità, la nostra essenza più profonda. Giona si arrese alla volontà di Dio.Soltanto attraverso la notte oscura abbiamo la possibilità di diventare noi stessi, di avvicinarci a ciò che siamo destinati ad essere… in realtà, non restiamo fermi in balia dell’oceano nel ventre della balena, durante la notte oscura ,noi, iniziamo il nostro viaggio.

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Pubblicato da LaMalaQuercia

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2 pensieri riguardo “la notte oscura

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