
Loro non decidono. Loro si “affacciano” alle decisioni, danno un’occhiata, fanno ciao ciao con la manina e si rintanano nel limbo del “ci devo pensare”.
Ogni bivio è un labirinto. Ogni opzione una tragedia greca in cinque atti. nel dubbio, restano immobili. Così, per sicurezza.
Alla domanda “cosa vuoi mangiare” loro sperano che la fame muoia da sola. Alla domanda “ma lo ami?” loro vagheggiano che l’amore si dichiari spontaneamente con pec e allegato.
La loro esistenza è una sequela infinita di messaggi lasciati a metà, scarpe mai comprate, film iniziati e poi interrotti “perché poi, magari, succede qualcosa di brutto” (spoiler: succede lo stesso anche se non lo guardi)
Il loro sogni inviano lettere minatorie perchè sono stati lasciati per troppo tempo in bozza (nuova versione del vecchio: si sono ammuffiti)
Hanno fatto dell’esitazione una vocazione, del “non lo so” un mantra, del “ci penso” un alibi esistenziale.
Possiedono un talento unico: riescono a dire “forse”con l’eleganza di un filosofo greco e la tempistica di un modem 56k. La vita li chiama e loro mettono giù . Lei richiama e loro attaccano ancora e poi dicono “strano, non prende”.
Ma la verità è che il mondo non li ha ancora capiti, loro non sono indecisi: sono in fase di pre-considerazione del possibile, ma un giorno, forse, decideranno di decidere. Forse.
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ho esitato a mandare un commento 😂.
fabio
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