
Arriva piano come il vento dopo la pioggia, non fa rumore, non si annuncia, non grida , ma porta via con se tutto quello che non sei più disposta a tradire. E’ il punto di non ritorno.
Non è rabbia, non è resa, non è un gesto: è come un varco interiore e quando lo attraversi smetti di bussare a porte che ti chiedono di diventare troppo piccola per entrare. Quel giorno inizi a parlarti con onestà e non aspetti più un segno, perchè ormai ti sei fatta voce, direzione e anche approdo.
Il punto di non ritorno è sacro perchè non ti permette di tornare indietro, neanche se tu lo volessi, ma per fortuna, finalmente ,non lo vuoi e ti accorgi che la paura del cambiamento non può governare le tue scelte , così decidi di lasciare, anche se ancora non sai dove andrai.
Ci arrivi a piedi scalzi al punto di non ritorno, con le mani che sanguinano e vuote , ma forse non è vero che sono vuote quelle mani, forse, insieme al sangue, ci sei tu. Lo trovi lì il tuo potere: non quello che domina, ma quello che sceglie.
LaMalaQuercia
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È un momento di sospensione, di iniziale smarrimento e poi di liberazione … e poi il mondo è cambiato, anzi no, è il tuo modo di vedere il mondo che è cambiato perché sei fuori dalla caverna in cui eri imprigionato apparentemente senza catene visibili dagli altri, ed è un punto di non ritorno perché poi non si vuole più tornare come prima … prigionieri dall’orizzonte limitato
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Complimenti: molto bello!🌹
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Grazie Fabio
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Bellissima. Parlarsi con onestà per poter scegliere di essere sé stessi accettando di uscire dalla comfort zone ed essere liberi. Grazie….una bellissima chiave di lettura di quel “punto di non ritorno” che spesso, erroneamente, interpretiamo in senso negativo.
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